Momenti di ispirazione

mongolfiera

Prendendo l’enciclopedia Treccani e andando a cercare la definizione di ispirazione, troviamo:

ispirazióne – (ant. o letter. inspirazióne; ant. anche spirazióne) s. f. [dal lat. Tardo inspiratio -onis, der. Di inspirare: v.ispirare]. – 1.a. Intervento di uno spirito divino che, con azione soprannaturale, determina la volontà dell’uomo ad agire o pensare in un determinato modo, o rivela alla sua mente delle verità, spesso stimolandolo e guidandolo a esprimerle con la parola o con gli scritti. […] b. Per estens., ogni impulso o idea felice che sorga nell’animo quasi per suggerimento della divinità. […] c. Più genericam., consiglio, suggerimento e sim. […] 2. Stato di entusiasmo, di eccitazione fantastica in cui l’artista crea la sua opera, e il motivo stesso che eccita e feconda la sua fantasia. […] 3. Raro come variante di inspirazione nel sign. fisiologico.

L’accento viene posto immediatamente sull’accezione religiosa e spirituale del termine mentre, al giorno d’oggi, quella che è più ricercata è l’ispirazione per scrivere, comporre o, più genericamente, creare. Che sia un post per un blog o addirittura un intero libro, la ricerca dell’ispirazione è una ricerca portata avanti da chiunque abbia tenuto una penna in mano o una tastiera sotto le dita. Spesso i cercatori di creatività sono afflitti dal cosiddetto blocco che affligge prima o poi tutte le persone creative: anche nomi molto famosi ne sono stati vittime, tanto da interrompere le loro carriere spesso anche per lunghi periodi di tempo; un esempio su tutti è quello di Marcel Duchamp (1923-1946), considerato all’unanimità uno tra i più importanti ed influenti artisti del XX secolo. Nel corso della sua carriera si occupò di pittura (attraversando le correnti del fauvismo e del cubismo), fu anche un notevole esponente delle correnti del dadaismo e del surrealismo, e ultimo ma non ultimo, fu ideatore del ready-made e dell’assemblaggio, dando così inizio all’arte concettuale. Dal 1915 iniziò a lavorare alla sua opera più nota e dibattuta: La Sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche (La Mariée mise à nu par ses célibataires, même), forse più conosciuto come Il Grande Vetro. Nel 1923 decide di lasciarlo “definitivamente incompiuto”, tanto da decidere di non ripararlo dopo che, a seguito di un trasporto, subì danni consistenti. Successivamente alla realizzazione di questa opera entrò in una crisi creativa durata due decenni, durante i quali decise di abbandonare completamente l’arte per diventare scacchista. Si dedicherà agli scacchi professionistici fino al 1946 quando, tenendo all’oscuro amici e critici, cominciò a lavorare al suo ultimo capolavoro: l’Étant donnés, installazione ambientale a cui lavorerà senza sosta fino alla sua morte. Un altro bellissimo e diversissimo esempio è quello della fotografa e attrice friulana Tina Modotti (1930-1942): emigrata negli Stati Uniti, si dedicò prima alla recitazione e poi, sulle orme del compagno Edward Weston, anche alla fotografia. Si trasferì in Messico agli inizi degli anni ’20 e raggiunse l’apice della sua carriera di fotografa nel 1929, con la mostra La prima mostra fotografica rivoluzionaria in Messico. L’anno successivo, Tina venne cacciata dal paese in quanto persona non gradita. Da allora, a parte rarissime eccezioni, non scattò più alcuna foto. Si dedicò, però, assieme al nuovo compagno Vittorio Vidali all’appoggio concreto alle cause rivoluzionarie. Ecco due esempi di blocchi creativi totalmente diversi tra loro e con conseguenze opposte. Ma come si combatte questo famigerato blocco? Come si trova l’ispirazione? Come si resta creativi?

In realtà non c’è una formula magica, né un rimedio universale ma alcuni piccoli consigli che possono tornare utili perché le idee non si impongono ad una mente indifferente, si presentano invece alla mente attenta, in costante ascolto: l’ispirazione arriva a chi ha lavorato sodo per darle l’ambiente giusto in cui fiorire, come scrive la scrittrice Grazia Gironella.

Il modo migliore è dunque aprire la mente, renderci pro-attivi e, più di ogni altra cosa, ascoltare, perché gli stimoli che arrivano ogni giorno dai contatti con gli altri esseri umani, dall’ambiente che ci circonda, dalle letture, dai media e dalle nostre stesse riflessioni, costituiscono già degli stimoli su cui si può riflettere. Fermarsi un attimo e lasciarsi aiutare ad esempio dall’ascolto di buona musica può essere utile, o, perché no, prendere ispirazione dal lavoro di altri. Dopotutto anche Picasso affermava che “un bravo artista copia, un grande artista ruba”…con criterio!

Nessuna bacchetta magica dunque, solo buona volontà…e pazienza.


Rachele Ravanini è Content Producer e Graphic Designer di Stampaprint, azienda leader in Italia nel settore della stampa online. Ha studiato Economia dell’Arte e Storia dell’Arte orientale, ha collaborato con La Biennale di Venezia e diverse gallerie d’arte. Come grafica e designer freelance ha avuto collaborazioni con importanti aziende e associazioni. È una grande lettrice e nutre una grande passione per il cinema, l’arte e la fotografia.