Ecco la moto spaziale in stile Jetsons

 

Avete presente le astronavi dei Jetsons, i cartoon di Hanna & Barbera ambientati nello spazio? Bene, la Typ-1 di Aptera sembra davvero fatta a immagine e somiglianza di quegli strani aggeggi volanti che nella serie tv portavano a spasso per il cosmo George Jetson e la sua strampalata famiglia. Solo che questa futuristica tre ruote a due posti affiancati e con le portiere ad ala di gabbiano, immatricolata come motocicletta, si trova meglio sull’asfalto. O meglio, ci si troverà a partire dalla fine di quest’anno, quando la Typ-1 entrerà in produzione, sebbene per ora le sole strade in cui sarà possibile ammirarla saranno quelle della California. Una scelta che Steve Fambro, l’uomo dietro all’azienda americana Aptera, ha giustificato con la mancanza di centri di manutenzione al di fuori dello Stato, che renderebbe complicata l’eventuale gestione e risoluzione dei problemi della “moto spaziale”. Ma il progetto è di estendere la distribuzione a tutto il paese nel più breve tempo possibile, a seconda anche delle richieste che arriveranno. Totalmente eco-friendly e disponibile sia nella versione ibrida (a gasolio) che solo elettrica (ricaricabile), la Typ-1 è caratterizzata da un sistema di sospensioni paragonabile a quello delle vetture di Formula 1, per garantire così il massimo della sicurezza, e può raggiungere una velocità massima di 85 miglia orarie (oltre 136 km/ora), passando da 0 a 100 in meno di 10 secondi. Quanto alle dotazioni, lo schermo di bordo permette una visione a 360°, ovviando così alla mancanza di specchietti laterali che rovinerebbero la line aerodinamica del veicolo, mentre l’aria condizionata e l’impianto di riscaldamento sono regolati dai pannelli solari posti sul tetto, che catturano l’energia del sole e mettono in funzione il sistema di controllo climatico (ricaricando anche il veicolo quando è parcheggiato sotto il sole). Come detto, l’avveniristica motocicletta a tre ruote di Aptera verrà messa in produzione entro la fine dell’anno (si parla di ottobre), al prezzo di 30.000 dollari (poco meno di 19.000 euro), ma è prenotabile fin da ora per i soli residenti in California sul sito della casa madre. «La nostra idea – ha spiegato Fambro – era quella di costruire un veicolo che fosse sicuro, confortevole e, al tempo stesso, molto efficiente per quanto riguarda i consumi. E con Typ-1 siamo convinti di aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati».

Via ¦ Corriere.it

Arrivano le prime auto elettriche. In Canada debuttano le Zenn

Primo, storico, passo per l’auto elettrica che debutta in grande stile sul mercato canadese. Non si tratta della solita supercar, di un prototipo o di una vettura prodotta in piccola serie per testare il mercato: la Zenn, questo il nome della vettura, è una vera city car, che costa poco – 15 mila dollari – e che offre prestazioni del tutto simili a quelli di una vettura di pari dimensioni. La Zenn (a proposito, il nome sta per “Zero emissions no noise”, ossia zero emissioni nessun rumore) può raggiungere una velocità massima di 40 km all’ora e viaggiare dai 50 agli 80 km a batteria pienamente carica. Non sono prestazioni ridicole, ma quelle che vengono richieste a tutte le auto nelle nostre città. In tutti i casi per chi volesse è sempre disponibile la Nemo, che ha un’autonomia di 110 chilometri e può raggiungere una velocità massima di 60 orari. Interessante anche il limite di omologazione: per evitare che qualche folle prenda una Zenn e si lanci in un coast to coast (negli Usa sarebbero capaci) la Zenn è omologata solo per circolare su strade pubbliche con un limite di 50 km orari, ossia in città. Ridicolo il costo chilometrico (circa un centesimo per chilometro) e già pronto il piano di sviluppo per esportare queste vetture in Messico, Europa e alcuni stati americani. Insomma, il futuro, molto probabilmente, è cominciato. Il bello è che comincia lontano dalle proposte e dalle idee dei colossi dell’industria dell’auto. Anche questo è un segno di come i grandi costruttori non abbiano saputo cogliere la necessità di avere auto super ecologiche.

Via ¦ Repubblica.it

Coldiretti: sette mesi e la «dispensa Italia» sarà vuota

Sette mesi, poi la dispensa Italia sarà vuota, almeno sul fronte di pane e pasta prodotti con grano nazionale. L’avvertimento arriva dalla Coldiretti in occasione dell’assemblea che si tiene oggi a Roma. L’emergenza cibo mondiale «si fa sentire anche in Italia, che può contare al momento al massimo su sette mesi di scorte di pane e pasta ottenuti con il raccolto nazionale di grano che si é appena concluso», precisa l’associazione. I dati provengono da uno studio sugli effetti dell’emergenza cibo presentato oggi. Il raccolto nazionale di grano destinato al pane «é stato di 3,5 milioni di tonnellate, mentre quello di grano duro destinato principalmente alla pasta é stato di 4,5 milioni di tonnellate, del tutto insufficienti a coprire la domanda di pasta made in Italy in Italia e nel mondo». All’Esecutivo: impegno a non aumentare le tasse. Il presidente della Coldiretti Sergio Marini, rivolgendosi al premier Silvio Berlusconi, si aspetta «che l’impegno assunto da questo governo di non aumentare le tasse per le imprese venga mantenuto anche in agricoltura». Per Marini è anche necessaria la stabilizzazione di una serie di strumenti agevolativi che decadrebbero a fine anno. Sul tavolo ci sono la richiesta di confermare l’aliquota Irap all’1,9%, l’accisa zero sul gasolio per riscaldamento di serre, la tassazione fissa all’1% per l’acquisto di terreni da parte di imprenditori agricoli, gli sgravi contributivi per i lavoratori agricoli e il fondo di solidarietà. Marini ha poi sottolineato di comprendere «le difficoltà della finanza pubblica, ma – ha detto – un intervento di mantenimento della fiscalità, tuttora vigente in agricoltura, è un’aspettativa forte delle nostre imprese agricole». La soluzione all’emergenza rifiuti di Napoli vale mezzo punto di Pil. Nella sua relazione Marini ha detto che «con la soluzione del problema dei rifiuti a Napoli si salva mezzo punto di Pil messo in gioco dai danni di immagine provocati al made in Italy». Marini rivolgendosi poi al premier, Silvio Berlusconi che oggi sarà a Napoli per il Consiglio dei Ministri, ha poi affermato: «nessuno meglio di noi, può apprezzare lo sforzo e l’impegno che lei ha messo e sta mettendo per risolvere la questione dei rifiuti in Campania e nessuno, come noi, può capirne la valenza d’immagine ed economica che tale operazione ha per il Paese».

Via ¦ Sole24Ore

I Grandi Viaggi puntano sul sole

Turismo sostenibile e energie rinnovabili. In occasione della giornata mondiale dell’ambiente ONU, Isofotόn e I Grandi Viaggi hanno inaugurato in Sicilia il Villaggio Marispica, che sfrutta un impianto fotovoltaico da 50 kW per alimentare la struttura con l’energia del sole. L’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico ed immessa in rete consentirà di evitare in un anno emissioni di CO2 pari a circa 10 ettari di rimboscamento, e di risparmiare 18,4 tonnellate di petrolio. Questa iniziativa dà il via alla partnership tra Isofotόn, azienda leader nello sviluppo di soluzioni solari tecnologiche e I Grandi Viaggi, storico gruppo nel campo dei viaggi e del turismo, e rappresenta in Italia un forte segnale per lo sviluppo del turismo ecosostenibile. Un progetto innovativo che parte dalla Sicilia e continuerà anche nelle altre strutture, grazie alle ultime tecnologie sviluppate da Isofotόn nel campo delle energie rinnovabili e che consente di unire il divertimento ai benefici per l’ambiente e la natura. Il villaggio di Marispica oltre alla dotazione dell’impianto fotovoltaico per la produzione di energia pulita è contraddistinto da una serie di tecnologie sostenibili avanzate e comportamenti ecocompatibili tesi a ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente circostante.

Via ¦ YesLife

Facciamo una scelta diversa, scegliamo il turismo sostenibile

 

Quest’estate facciamo una scelta diversa, scegliamo il turismo sostenibile! Per conoscere più da vicino questa realtà abbiamo intervistato Enrico Marletto, il presidente di Viaggi Solidali, cooperativa onlus con sede a Torino che da anni organizza viaggi etici e sostenibili, in termini di impatto sia ambientale che sociale/culturale, verso numerose destinazioni del sud del Mondo – Africa, America Latina, Europa dell’Est — ed anche Italia, con l’obiettivo ultimo di contribuire allo sviluppo economico dei Paesi ospitanti. Viaggi Solidali è socia di A.I.T.R., Associazione Italiana di Turismo Responsabile.

YL: Presidente, ci spiega cos’è Viaggi Solidali?

Viaggi Solidali è una cooperativa sociale Onlus e licenza di tour operator. Funziona esattamente come un’agenzia di viaggi tradizionale, ma ha una mission ben diversa da quella degli operatori turistici classici: si occupa infatti esclusivamente di turismo responsabile, proponendo formule di viaggio alternative, rispettose dell’ambiente e delle comunità ospitanti e mirate a facilitare lo scambio interpersonale, l’incontro, la conoscenza autentica dell’altro. Vogliamo favorire un contatto autentico e intenso tra popolazioni locali e viaggiatori, con uno scambio culturale diretto e bidirezionale. Insieme a questa, altra caratteristica fondamentale che contraddistingue tutti i nostri viaggi è il contributo concreto che i nostri viaggiatori danno allo sviluppo delle realtà economiche locali, semplicemente scegliendo di fare una vacanza di questo tipo. Perché nei nostri viaggi, ad esempio, vengono utilizzate strutture alberghiere, ristoranti, servizi e trasporti gestiti dalle popolazioni locali, piuttosto che da grandi catene o multinazionali estere che, di fatto, non investono sulla crescita dell’area turistica. E’ dimostrato che anche il turismo può, e deve, diventare uno strumento importante di crescita economica, che può essere un volano virtuoso per lo sviluppo dei Paesi del sud del mondo e con le nostre proposte di viaggio noi cerchiamo di agire conformemente. Inoltre, una parte della quota del viaggio viene destinata a sostegno delle comunità visitate, tramite finanziamento dei progetti di sviluppo locale curati dalle varie ONG presenti sul territorio. Progetti agricoli, sanitari, culturali che anche vengono visitati nel corso del viaggio. Insomma, si tratta di un turismo lontano dagli schemi di viaggio standardizzati, ed anche un po’ “spersonalizzati”, cui siamo ormai un po’ tutti abituati nelle nostre società.

YL: Quali sono le vostre destinazioni?

Abbiamo oltre 30 destinazioni, articolate in quasi 60 itinerari, principalmente in quei Paesi che conoscono situazioni di sviluppo più difficili, come Africa e America Latina. Dal Marocco al Senegal, alla Tanzania, allo Zambia, al Mali e dal Brasile a Cuba, all’Argentina, alla Patagonia ce n’è un po’ per tutti i gusti veramente. Abbiamo anche viaggi in Europa dell’Est – Albania, Bulgaria – e in Asia – alle Maldive e in Armenia.

YL: E in Italia?

Per quanto riguarda il turismo sostenibile in Italia, proponiamo sia formule per il weekend, ad esempio a Framura, incantevole borgo alle porte delle Cinque Terre che viene riscoperto nelle sue tradizioni culinarie e marinaresche più antiche, sia viaggi più lunghi, ad esempio in Sicilia, dove operiamo in collaborazione con l’associazione Libera Terra: oltre a visitare i gioielli turistici per eccellenza, i viaggiatori hanno la possibilità di conoscere le realtà produttive che stanno nascendo sui terreni confiscati alla mafia, di incontrare le associazioni e le persone che vi lavorano e che si battono per favorire una cultura della legalità in una regione tanto ricca quanto tormentata. Oppure a Torino, dove uniamo alla visita della città la conoscenza delle associazioni attive sul fronte dell’intercultura e dell’integrazione, temi sempre più sentiti e conflittuali in tutte le grandi città della nostra penisola. O ancora la visita in Piemonte alle valli degli eretici, ripercorrendo luoghi e testimonianze dei Valdesi e delle persecuzioni cui furono sottoposti dalla Chiesa di Roma per via della loro fede riformata.

YL: Come garantite l’eticità del viaggio a chi vi sceglie?

Prima della partenza forniamo una scheda ai nostri viaggiatori assolutamente trasparente, in cui diamo evidenza della percentuale del costo del viaggio che viene spesa per l’acquisto dei servizi a terra e che quindi rimane in loco a sostegno dello sviluppo della comunità visitata. Analoga trasparenza viene data sulla quota che è destinata al finanziamento dei progetti di sviluppo, per cui spieghiamo anche come verrà investita.

YL: Quali caratteristiche occorre avere per viaggiare con voi?

Innanzitutto vorrei sfatare un luogo comune abbastanza diffuso, purtroppo, ed errato sul turismo responsabile: l’idea, cioè, che questi viaggi siano di fatto dei campi di lavoro, o che siano particolarmente impegnativi e quindi adatti solo ai pochi “martiri della vacanza”! Non è ovviamente così. Le nostre sono vacanze a tutti gli effetti, vi partecipano persone di ogni età ed estrazione sociale che, magari con un anno di lavoro sulle spalle, hanno giustamente il desiderio di godersi un meritato riposo e scelgono di fare un viaggio che, oltre ad essere “impegnato e responsabile”, è anche divertente, ricco di stimoli, emozioni e cose da vedere. Le nostre proposte si basano su itinerari collaudati e sicuri, sono effettuate in piccoli gruppi (massimo 12 persone) e con l’accompagnamento di mediatori culturali che favoriscono la relazione con la cultura ospitante e sono rivolte a tutte le persone che hanno voglia di ammirare paesaggi e siti artistici e storici, ma anche di scoprire il mondo nei suoi aspetti più autentici, fuori da schemi stereotipati e da preconcetti culturali.

YL: Oltre a queste, avete anche formule di viaggio che prevedono campi di lavoro?

Sì, per chi desidera vivere un’esperienza concreta di crescita umana e solidarietà internazionale, Viaggi Solidali organizza anche dei campi di conoscenza e lavoro che permettono di dedicare parte del tempo del viaggio a lavori socialmente utili con la popolazione locale coinvolta nei progetti gestiti dalle ONG partner.

YL:Ci dica la sua su una questione che spesso viene tirata in ballo quando si parla di turismo responsabile: i prezzi elevati, o comunque meno abbordabili di quelli dei viaggi classici…

Quando si parla di prezzo, per noi operatori del turismo responsabile l’aspetto da ritenere prioritario è la trasparenza di cui ho già parlato, caratteristica che ci accomuna al commercio equo ed è la vera differenza rispetto al turismo classico. Non si può affermare in generale né che i nostri viaggi siano per forza più cari di quelli classici, né che siano più economici, dipende da destinazione a destinazione, da itinerario a itinerario. Si può invece certamente dire che il turismo responsabile paga “il giusto rispetto al costo della vita locale” e forse questo può contribuire a far lievitare leggermente i prezzi rispetto al turismo classico. Sottolineo leggermente, perché la vera incidenza sul costo di un viaggio è invece rappresentata dai voli e dal numero piccolo di partecipanti. Certo i tour operator classici che fanno grandi numeri sulle destinazioni “di massa” ottengono tariffe più competitive delle nostre dai vettori aerei. Questa differenza però non si nota assolutamente in destinazioni non di prima fascia, dove il costo volo è sostanzialmente lo stesso sia che si viaggi con noi o con un tour operator classico. D’altro lato bisogna considerare che utilizzare piccole strutture locali per i pernottamenti e la ristorazione può invece incidere in positivo, portando a costi più contenuti.

YL: Vuole salutarci con un messaggio per chi è ancora tuffato nei cataloghi di viaggio alla ricerca della formula giusta per quest’estate? Se è una persona che ama viaggiare, conoscere, esplorare il mondo in modo autentico, e magari anche con un pizzico di libertà ed indipendenza, la invito a fare una scelta diversa quest’anno e a provare l’esperienza del turismo responsabile. La nostra formula viaggio in piccoli gruppi tipicamente ben si confà anche a chi ha l’allergia al grande gruppo massificato. Ci si può iscrivere da soli, certi di trovare comunque una buona compagnia di viaggio, oppure anche in gruppo già precostituito. 

La stagione è ancora aperta e le destinazioni che proponiamo sono davvero tante e varie, venite a trovarci sul nostro sito www.viaggisolidali.it, oppure scriveteci a info@viaggisolidali.it . 

I dodici paesi dove lo spamming è di casa

Il richiamo è a un mitico film di guerra (dodici pregiudicati che si riscattano in un’azione temeraria contro i nazisti), ma ha ben poco di eroico invece la “sporca dozzina” di cui Sophos, società attiva nel settore della sicurezza informatica e nella tecnologia di controllo dell’accesso alla rete (la cosiddetta Nac), parla nel suo rapporto sulle ultime tendenze nel panorama dello spam. Si tratta infatti dei dodici paesi che hanno prodotto la maggior quantità di mail spazzatura nel secondo trimestre del 2008. Premessa: le indagini della società rilevano un aumento allarmante del volume di spam in circolazione su Internet tra aprile e giugno 2008, e il vizio nuovo degli spammer a sfruttare i siti delle reti sociali come Facebook e i telefoni cellulari per diffondere messaggi non richiesti. Tutto questo fa un volume di spam che aumenta dal 92,3% dei primi tre mesi di quest’anno al 96,5% del secondo trimestre. In altre parole, 27 mail aziendali su 28 sono spam, un numero impressionante. E arriviamo alla dozzina di cui sopra. I dodici paesi che hanno prodotto la maggior quantità di spam a livello mondiale tra aprile e giugno 2008 sono Stati Uniti (14,9%) e Russia (7,5%), che confermano una “leadership” duratura, Turchia (col 6,8%, fa un bel balzo in avanti rispetto al secondo trimestre 2007, quando era nona), Cina (inclusa Hong Kong) col 5,6%, Brasile col 4,5%, Polonia al 3,6%, Italia anch’essa col 3,6% (era ottava..), Corea del Sud (3,5%), Gran Bretagna (3,4%), Spagna (3,2%), Germania (3,0%), Argentina (2,9%, un debutto assoluto a spese, si fa per dire, della Francia). Il restante 37,7% se lo divide il “resto del mondo”. Se si guarda alla classifica per continente, l’Asia guida la poco lusinghiera classifica alla grande con il 35,4%, seguita da Europa (29,5%), Nord America al 18,2%, Sud America (14,8%), Africa con l’1,2 per cento. I messaggi di spam vengono quasi sempre inviati da computer zombie, controllati dai cybercriminali per ricavare profitti illeciti all’insaputa dei proprietari. Si tratta in genere di computer privati sprovvisti di adeguata protezione antivirus, firewall o patch di sicurezza aggiornati. Gli spammer si servono sempre più dei siti di social network come Facebook e LinkedIn per diffondere messaggi contenenti collegamenti a negozi online, lotterie fittizie e operazioni finanziarie fraudolente. In queste attività, si trovano a fare i conti con i filtri antispam aziendali installati sul gateway di posta, che impediscono ai messaggi illeciti di giungere a destinazione. Per aggirare l’ostacolo, essi sfruttano i siti delle reti sociali come Facebook piazzando messaggi di spam nei profili degli iscritti. I messaggi vengono poi letti non soltanto dai titolari dei profili, ma da chiunque visiti la pagina in questione. Un altro canale di diffusione sempre più in voga è rappresentato dai messaggi Sms inviati ai telefoni cellulari. In aumento è il cosiddetto “spear phishing”, consistente nell’invio di messaggi personalizzati a uno specifico dominio o azienda. Queste mail sembrano provenire da una fonte attendibile (per esempio, un membro del team responsabile dei sistemi informativi all’interno della stessa azienda del destinatario), e includono richieste di informazioni personali (nome utente e password, ad esempio). Rispondendo a questi messaggi, i destinatari forniscono involontariamente informazioni utilizzabili dai truffatori a scopi malevoli, come il furto d’identità. I criminali informatici dediti allo spear phishing generano gli indirizzi delle vittime usando speciali software o elenchi di dipendenti scovati nei siti delle reti sociali. Il consiglio che Sophos rivolge alle aziende è di aggiornare la protezione antivirus in modo automatico e di adottare una soluzione integrata sul gateway web e di posta per proteggersi da virus e spam.

Via ¦ Sole24Ore

L’UE dichiara guerra ai siti ‘truffa’ per le suonerie dei cellulari

La Commissione europea dichiara guerra ai siti ‘truffa’ per scaricare da Internet suonerie o sfondi per cellulari e avverte: in regola entro il 2009 o rischi di multe salate e chiusura del sito. “Troppe persone sono oggetto di sgradite e costose sorprese a causa di oneri poco chiari, canoni e abbonamenti a suonerie di cui vengono a conoscenza solo quando vedono la bolletta”, afferma il commissario Ue per i Consumatori Meglena Kuneva, avvertendo: “si condurra’ un’azione repressiva su scala europea per individuare i commercianti sleali”. Un intervento reso necessario dai dati allarmanti emersi da un’indagine condotta su piu’ di 500 siti in Europa: l’80% richiede chiarimenti per il sospetto di violazione delle norme Ue a tutela dei consumatori, afferma Bruxelles, spiegando che tali pagine web sono rivolte a bambini e giovani. Tra i problemi rilevati, informazioni poco chiare, prezzi incompleti o che non includono le tasse. Per non parlare dei casi di consumatori che non sono informati del fatto che stanno sottoscrivendo un abbonamento. Dati alla mano, gli europei possiedono piu’ di 495 milioni di telefonini. Nel 2007 le sole suonerie hanno coperto il 29% del mercato Ue dei ‘servizi aggiuntivi’, mentre il valore delle vendite di suonerie e’ stato pari a 691 milioni di euro, +10% rispetto al 2006. Conclusa l’indagine, adesso le societa’ nel mirino verranno contattate dalle autorita’ nazionali per chiarire i problemi rilevati o porvi rimedio, in caso contrario rischiano un’azione legale con eventuali multe tra i 5mila e i 500mila euro o chiusura dei siti. Entro giugno 2009 invece e’ atteso un rapporto delle autorita’ nazionali sui casi cross-border.

Via ¦ IlTempo.it

iPhone Nano a Settembre?

Secondo quanto riportato da Mobile Magazine, Apple sarebbe già al lavoro per la realizzazione di un un iPhone Nano che sarà pronto per il mercato già dal prossimo Settembre. L’unica notizia trapelata riguarda i prezzi, i quali dovrebbero oscillare tra $249 e $299. Il display per questo nuovo modello dovrebbe essere fornito dalla taiwanese Wintek. Naturalmente questo è soltanto un rumor e, come sempre in questi casi, non resta che attendere.

Via ¦ Melablog

(Immagine puramente dimostrativa)